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Pàolo IV, papa.

Al secolo Gian Pietro Carafa. Membro di una famiglia baronale napoletana, svolse incarichi come nunzio in Inghilterra e in Spagna e, nel 1524, fondò con san Gaetano Thiene la compagnia dei Teatini, chierici regolari di cui fu il primo superiore, al fine di introdurre nella vita ecclesiale un elemento di maggior rigore ed austerità. Nel 1527 inviò al pontefice Clemente VII un appello alla lotta contro l'eresia e per l'avvio di un'opera di riforma. Nel 1536 fu chiamato a Roma da Paolo III, creato cardinale e assegnato alla commissione per la preparazione della riforma, dove collaborò alla stesura del progetto Consilium de emendanda Ecclesia. In seguito fu posto a capo dell'Inquisizione romana e nel 1555 eletto papa. Durante il suo pontificato, che politicamente si improntò a una tendenza antiasburgica e mirò senza successo a ridimensionare la potenza spagnola in Italia, si impegnò nella riforma ecclesiale e nella difesa dell'ortodossia. A tale scopo potenziò l'Inquisizione, creò una serie di commissioni di lavoro, che nelle sue intenzioni avrebbero dovuto sostituire il concilio (che era intanto sospeso), stabilì norme precise contro la simonia, rese obbligatoria la residenza dei vescovi nella propria diocesi e pubblicò il primo Indice dei libri proibiti (di tale estensione da risultare inapplicabile). L'estremo rigore e l'intransigenza quasi fanatica del suo pontificato crearono gravi tensioni e colpirono anche alti prelati che egli deferì all'Inquisizione (Sant'Angelo della Scala, Avellino 1476 - Roma 1559).